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Politica locale

Il cinema Marconi finalista al Premio Architettura Ance Catania 2010

di Rosario Battaglia


Sempre più spesso, tra le pagine di Fb, intravedo interessanti dibattiti sull’architettura, sull’urbanistica e la storia di San Cataldo. Chiaramente questa volontà è meritevole di nota, ma mi pare opportuno fare delle precisazioni: premesso che in democrazia chiunque può affermare e criticare ciò che vuole, mi sembrano esagerate e forse fuori luogo certe critiche. Che San Cataldo, durante la Sua storia abbia assistito in maniera inerme a certi atti riprovevoli quali l’abbattimento del monumento ai caduti o il palazzo municipale è pacifico, come è altrettanto vero che oggi vengono criticati certi interventi senza nessuna argomentazione degna di nota. È di oggi la notizia che il contestatissimo intervento di restauro che ha interessato il cinema Marconi è finalista del “Premio Architettura Ance Catania 2010”. Quindi a Catania il progetto sarà esaminato assieme agli altri 32 finalisti, mentre a San Cataldo la stessa opera è definita “aborto”, “squallido intervento” o “silos arrugginito”; assistiamo ad una sorta di ossimoro: da una parte la giuria composta da docenti della facoltà di architettura di Catania esaminerà il progetto che è approdato in finale, dall’altra abbiamo la “critica” sancataldese che lo calpesta. Se la democrazia dà libertà di critica, il buon senso dovrebbe spingere a criticare ciò che veramente si conosce senza cavalcare luoghi comuni sterili a qualsiasi fine. Tutti a San Cataldo hanno criticato l’opera, ma a mai nessuno ho sentito pronunciare la parola restauro. In tanti dicono che “quello” non è più il nostro cinema e che forse era meglio “farlu comu iera prima”, traducendo intuisco che forse ci si aspettava un restauro tipico del “com’era e dov’era” di Viollet le Duc che avrebbe certamente creato un falso storico che tutti gli studiosi di restauro moderni criticano! Il buon senso di cui parlavo probabilmente eviterebbe di identificare come “silos arrugginuti” la superficie in acciaio corten prospiciente piazza Risorgimento, o come “a pareti di svizzero ca sta cadinnu” il riferimento colto della chiesa di Santa Maria di Nazareth. Il concetto di bello è chiaramente soggettivo e la sua natura permette a tutti di dare un giudizio, ma meditare un po’ sugli interventi non credo farebbe male. Ma comunque nulla di preoccupante, la storia insegna che da sempre i nuovi interventi hanno turbato la quiete pubblica, se i romani si opposero al colonnato del bernini, e i parigini volevano smontare la tour Eiffel alla fine dell’expo, immaginiamoci se i sancataldesi hanno il diritto di criticare il cinema!

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